Sostenibilità Ambientale: un breve racconto

Nel XVII Secolo, il sovrintendente minerario Hans Carl von Carlowitz ideò un sistema di gestione delle foreste della Sassonia che fosse "continuo, durevole e rigenerabile" e che fosse riapplicabile alle generazioni future. Nacque il concetto di sostenibilità che, ancora oggi, consta di tre importanti pilastri: la dimensione sociale, la dimensione economica e, ovviamente, la dimensione ambientale.
Dobbiamo tuttavia attendere il
Report Bruntland (1987) affinché il concetto di sostenibilità possa essere applicato politicamente allo sviluppo locale, regionale e mondiale, inteso come "la capacità di soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni". A seguito di ciò, con la Conferenza di Rio de Janeiro del 1992 (Earth Summitle Nazioni Unite hanno dato l'avvio a una serie di azioni, a partire dall'Agenda 21 fino alla realizzazione di un programma chiave per il raggiungimento dei 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Agenda 2030) entro il 2030. Oltre a ciò, in Italia, nel 2017 è stata adottata la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, attraverso cui vengono legiferate le azioni quadro da intraprendere per la coordinazione e gestione dei 5 vettori di sostenibilità (o 5P): Pace, Partenariato, Persone, Prosperità e Pianeta

L'educazione Ambientale

"L'Educazione Ambientale mira a produrre una cittadinanza consapevole dell'ambiente biofisico e dei suoi problemi associati, consapevole di come aiutare a risolvere questi problemi e motivata a lavorare per la loro soluzione", asserivano nel 1969 i membri del Dipartimento di Pianificazione e Conservazione delle Risorse dell'Università del Michigan, guidati dal biologo ambientale William B. Stapp, definito il padre dell'Educazione Ambientale.
Per tutta la sua vita, Stapp si dedicò alla formazione di esperti educatori che potessero studiare le cause dei problemi ambientali e le possibili soluzioni a essi, fino a istituire la rete 
GREEN (Global Rivers Environmental Education Network) con il fine di avvicinare persone provenienti da contesti culturali differenti per perpetuare il suo scopo. Stepp fu molto critico nei programmi di educazione alla conservazione ambientale, spesso troppo orientati alla risoluzione di problemi di base: troppe attività individuali e poche rivolte al benessere della comunità, umana e ambientale. Stepp asseriva inoltre che la dimensione biofisica dell'essere umano è importante per la comprensione dei problemi ambientali.
Pensieri che condividiamo anche noi, a oltre 50 anni di distanza. Innanzitutto, ideologie di pensiero che vedono l'essere umano come una parte a sé del bioma terrestre, esterno e distruttore. Dall'altra parte, attività che promuovono pratiche esoteriche come bene supremo per salvaguardare il pianeta. Oppure, il troppo focalizzarsi sulle attività ricreative destinate alla tenera età. E ancora: l'alienamento delle scienze applicate, viste come sole discipline accademiche.
L'essere umano, in quanto specie vivente del Pianeta Terra, è parte integrante degli ecosistemi in cui vive. E' un bioingegnere costituito da sfera biofisica e culturale. Purtroppo, nel plasmare la sua casa non ha saputo capire che le risorse naturali non sono infinite e che quelle artificiali offrono solo soluzioni nel breve tempo possibile, risultando aberranti con il progredire del loro uso. Motivo per cui, come lo stesso Stepp insegna, è di basilare importanza l'integrazione delle discipline scientifiche e della pedagogia a tutte le classi di età. Le attività senza fondamento scientifico non possono costituire una solida base attraverso cui affrontare e risolvere i problemi ambientali ed educare un'intera comunità; questa tipologia di attività rimarrà fine a se stessa, apportando contributi egocentrici, senza introdurre dei cambiamenti collettivi. Istruire i giovani d'oggi affinché garantiscano un futuro migliore a tutti è fondamentale, ma non bisogna scordarsi che: i) l'età infantile e puerile non sono le uniche esistenti in una società ove l'età intermedia e la terza età sono quelle che garantiscono lo sviluppo socio-economico e il mantenimento della memoria storica dei nostri territori;
ii) 
la comprensione delle dinamiche biofisiche dell'essere umano possono essere elargite solo da esperti qualificati in scienze applicate (biologia molecolare, biochimica, fisiologia, chimica fisica, biomeccanica, biologia computazionale, scienze naturali e ambientali);
iii) i suddetti esperti devono acquisire competenze tali da integrare i concetti biofisici all'educazione all'ambiente oppure co-operare con esperti pedagogisti per il fine ultimo dell'educazione ambientale.

L'Educazione Ambientale in Italia, con un focus sulla Regione Autonoma della Sardegna

Nel 1987, gli allora Ministeri della Pubblica Istruzione e dell'Ambiente siglarono una serie di accordi per la promozione dell'educazione ambientale nel territorio nazionali. Dieci anni più tardi, il Comitato Interministeriale di Indirizzo e Coordinamento coordinò 4 giornate di seminari dal titolo "A scuola di ambiente" con la quale venne stilata la cosiddetta Carta di Fiuggi per l'Educazione Ambientale, orientata allo sviluppo sostenibile e consapevole (Fiuggi, 24 Aprile 1997). La Carta di Fiuggi, sviluppata su 10 articoli,  suggerisce quali tipologie di orientamento debbano essere presi per la diffusione, qualificazione e socializzazione delle scelte pubbliche volte allo sviluppo sostenibile. Perché questo sia possibile, è stato istituito un sistema di Informazione, Formazione ed Educazione Ambientale (InFEA), supportato dall'ISPRA e dalle Agenzie (ARPA-APPA) del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA). Il Sistema opera attraverso il supporto e il coordinamento delle singole Regioni e dei nodi territoriali. In Sardegna, il centro di coordinamento per il Tavolo Tecnico Regionale (INFEAS) è presieduto dal Servizio Sostenibilità Ambientale e Sistemi Informativi (SASI) dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente e coinvolge agenzie per la protezione ambientale, assessorati ambientali, dirigenza scolastica regionale e centri di educazione all'ambiente e alla sostenibilità (CEAS). L'INFEAS garantisce l'accrescimento delle competenze e delle professionalità dei soggetti Titolari e Gestori dei CEAS attraverso dei finanziamenti regionali specifici destinati ai CEAS accreditati e non al Sistema SIQUAS


Testo a cura di Maria Fais, referente del CEAS Dorgali Cala Gonone.

Riferimenti bibliografici e sitografici:
  • Stepp et al., 1969. The concept of Environmental Education. The Journal of Environmental Education, Vol.1, No. 1, 30-31.
  • Peter et al., 1986. Environmental education: module for pre-service training of science teachers and supervisors for secondary schools. Chapter 7 in Environmental Education Series 1986. Eds. Unesco-UNEP International Environmental Education Programme.
  • Littledyke, 1997. Science education for Environmental Education? Primary teacher perspectives and practices. British Educational Research Journal, Vol. 23, No. 5, 641-659.
  • Koutsoukos et al.2015. Connection of Environmental Education with Application of Experiential Teaching Methods: A Case Study from Greece. International Education Studies, Vol., 8, No., 4, 23-28. 
  • https://www.mite.gov.it/ ultimo accesso Gennaio 2022
  • https://www.sardegnainfeas.it/ ultimo accesso Gennaio 2022
  • https://portal.sardegnasira.it/ ultimo accesso Gennaio 2022